La tavola Ouija è uno strumento esoterico sviluppato e ideato nella seconda metà dell’Ottocento che, secondo alcuni, permetterebbe di ricevere messaggi dall’aldilà tramite l’utilizzo di una planchette con lente in vetro in grado di spostarsi sulle lettere dell’alfabeto, numeri e altre caselle, che compongono le risposte alle domande rivolte allo spirito di un defunto. Commercializzata e diffusa dall’imprenditore americano Elijah Bond nel 1891, ebbe poi una rapida diffusione. Un impiegato di Bond, William Fuld, eseguì materialmente l’attività di produzione della tavola, che venne poi acquistata dalla Kennard Novelty Company. Durante gli anni della prima guerra mondiale le sedute spiritiche con l’Ouija divennero sempre più popolari: erano molte le famiglie che si rivolgevano a medium e spiritisti per contattare i propri cari dall’aldilà. distrutti emozionalmente dalla perdita dei propri cari nel conflitto.. Lo studio più scientifico e psicologico sul suo funzionamento risale al 1853, grazie ad una ricerca effettuata dallo scienziato inglese Michael Faraday. Egli descrisse il funzionamento dei “movimenti ideomotori” mentre studiava il funzionamento del “table-turning”, un’altra tipo di seduta spiritica. L’effetto ideomotorio è un fenomeno psicologico nel quale un soggetto fa dei movimenti in maniera inconsapevole. In breve, un pensiero o un’immagine mentale provocano delle reazioni muscolari in maniera automatica e in maniera quasi impercettibile. Il cosiddetto “sense of agency”; una percezione soggettiva che porta a pensare che l’agire porti a risultati coerent con tale causa. Quindi a ogni azione corrisponde una conseguenza immaginata. Per esempio spostando il bicchiere oltre il bordo del tavolo, esso cade. Se gli effetti concreti corrispondono a quelli predetti, il rapporto causa-effetto è confermato, ma se la realtà non combacia con quanto immaginato, la responsabilità percepita diminuisce, e così il “sense of agency”. Dal punto di vista esoterico invece le prospettive cambiano; la tavola Ouija è considerata una porta aperta tra il regno fisico e quello sottile. Qui però, risiede la sua pericolosità intrinseca; essendo un canale non selettivo, può connettersi con ogni tipo di entità, benigne o maligne che siano. Nel contesto dello spiritismo, l’uso della tavola si basa su principi simili a quelli del channeling, in cui il praticante cerca di diventare un veicolo per comunicare con spiriti o guide spirituali. Tuttavia, senza l’adeguata protezione spirituale e rituale, si rischia di invitare forze che non solo sono ingannevoli ma anche potenzialmente dannose. L’uso corretto e consapevole implica una serie di accortezze e procedure precise, prima tra tutte la preparazione e la centratura personale, equilibrio tra mente, cuore e fisico. È importante in prima battuta scegliere un luogo calmo e tranquillo per la sessione. Idealmente, questo dovrebbe essere un ambiente che si percepisce come sicuro e con un’energia positiva. Evitare spazi affollati o caotici che possono creare distrazioni o distorsioni energetiche. Prima di iniziare ogni sessione, si consiglia di creare un cerchio magico intorno all’area in cui si opera. Questo può essere fatto tracciando un cerchio con del sale o semplicemente immaginando un cerchio di luce protettiva. Esso assume la funzione di barriera contro le energie negative. Bruciare incenso può aiutare a purificare lo spazio d’azione. Anche il suono delle campane tibetane può essere usato per elevare le vibrazioni dell’ambiente. Amuleti o simboli protettivi, come un pentacolo personale, possono essere disposti attorno al cerchio per ulteriore protezione. Prima di iniziare la sessione, è essenziale formulare un’intenzione chiara e positiva. Decidere esattamente cosa si vuole sapere e assicurarsi che la domanda sia posta in modo rispettoso. Invocare la protezione di guide spirituali benevole, angeli custodi o entità di fiducia. Questo può essere fatto attraverso preghiere, mantra o invocazioni personali. Importante è mantenere una mente aperta ma determinata a esercitare il controllo. È fondamentale rimanere calmi e concentrati, evitando di alimentare paure che possano attirare energie negative. È consigliabile non usare la tavola Ouija da soli. Avere compagni esperti e competenti offre non solo supporto spirituale ed emotivo, ma consente anche di monitorare le azioni del gruppo e garantire che tutti rimangano protetti. Alla fine della sessione vanno poi ringraziate le entità contattate, indipendentemente dalla natura dei messaggi ricevuti. Successivamente, chiudere formalmente la comunicazione dicendo “arrivederci” e assicurarsi che la planchette passi sopra queste lettere. Questo gesto simbolico è considerato essenziale per chiudere in modo sicuro il portale energetico aperto durante la sessione. Dopo è opportuno praticare un rituale di pulizia personale, come lavarsi le mani con acqua e sale e meditare per riequilibrare le energie personali. Alcune persone trovano utile anche fare una doccia per rinsaldare l’equilibrio energetico. Qualora la tavola o qualunque attrezzatura utilizzata cominci a dare una sensazione di negatività irremovibile, è consigliabile smettere di usarla e se necessario, disporne in modo sicuro, seguendo istruzioni esoteriche per evitare di lasciare porte aperte nel mondo astrale. Specifiche azioni possono essere a supporto di una corretta pratica: eseguire una meditazione di visualizzazione di luce bianca per rafforzare l’aura personale e creare un scudo contro influenze esterne, indossare cristalli la cui energia è in vibrazione corretta con il soggetto, avere con sé amuleti e talismani caricati energeticamente su sé stessi. Rischi e fraintendimenti sono sempre in agguato; gli utenti potrebbero inconsciamente muovere la planchette a causa dell’ effetto ideomotorio. Ciò può portare a interpretare i risultati come comunicazioni autentiche, alterando la percezione della realtà. L’attività può generare paura e ansia, specialmente se gli operatori credono di aver preso contatto con entità malevole. Alcune persone possono diventare ossessionate dall’uso della tavola, cercando ripetutamente risposte a problemi personali. Da non sottovalutare l’emergere di ricordi negativi: per chi è emotivamente vulnerabile, l’uso della tavola può suscitare ricordi traumatici o amplificare sensazioni di perdita o dolore. False credenze e convinzioni irrazionali, influenzano le decisioni quotidiane e le relazioni interpersonali. Il grandissimo pericolo, estremamente nocivo e causa di infestazione e ossessione è il contatto non consapevole con forze larvali e vampiriche. Nella tradizione esoterica, le larve astrali sono entità parassite generate da pensieri ed emozioni negative. Queste forme pensiero possono attaccarsi agli individui come parassiti astrali, nutrendosi dell’energia psichica e provocando disturbi emotivi, psichici, e perfino fisici. L’uso della tavola Ouija può involontariamente attirare queste larve, poiché apre un canale ove emozioni intense, come paura e ansia, diventano il terreno fertile per la loro proliferazione. Quando le larve astrali si attaccano a un utilizzatore della tavola, possono condurre a un circolo vizioso di negatività e debilitazione energetica. Oltre alle larve, un altro rischio significativo è rappresentato dai vampiri astrali. Queste entità, a differenza delle larve che sono forme di energia residuale, possiedono una certa consapevolezza e intenzione. I vampiri astrali si attaccano all’aura degli individui, nutrendosi dell’energia vitale e lasciando la vittima priva di energia e motivazione. Non è raro che coloro che utilizzano la tavola Ouija senza protezioni adeguate si accorgano di sentirsi esausti, depressi, o mentalmente confusi dopo le sessioni, segni classici di un drenaggio energetico attuato da un vampiro astrale. L’uso della tavola Ouija rimane controverso nel mondo esoterico, oscillando tra lo strumento del male e il mezzo di comunicazione spirituale. Tuttavia, la sua natura duale di porta aperta può essere sia un miracolo che una maledizione, a seconda della saggezza e della preparazione di chi la utilizza. In assenza di una guida esperta, il rischio di attrarre larve e vampiri astrali è significativo, il che implica che le potenziali conseguenze dell’uso imprudente potrebbero superare i benefici percepiti. Scegliere di avventurarsi in questa pratica esoterica richiede non solo coraggio ma anche discernimento e un profondo rispetto per le forze invisibili con cui si sceglie di interagire. Lo spiritismo classico spesso coinvolge medium addestrati e noti che organizzano sedute sotto rigide linee guida e rituali. Questo contrasta con l’uso della tavola Ouija, che è caratterizzata da un approccio più casuale e accessibile. Il classico spiritismo può utilizzare una gamma di tecniche, dai tavolini a giri di tavolo, alle scritture automatiche, mentre la tavola Ouija è un dispositivo specifico con meccanismi relativamente semplici. Le sessioni spiritistiche tradizionali mirano a ottenere comunicazioni più elaborate e profonde, talvolta con l’intenzione di aiutare i presenti a guarire o a ottenere consigli spirituali, mentre l’uso della tavola Ouija può avere un carattere più ludico o di intrattenimento. Esamineremo ora il collegamento con altre discipline esoteriche.

Astrologia e divinazione: Simili all’uso della tavola Ouija, queste pratiche cercano di ottenere informazioni sul futuro o sullo stato presente delle cose. L’elemento comune è la ricerca di significato e scopo attraverso mezzi non convenzionali.

Magia rituale: Alcuni rituali magici possono includere la comunicazione con entità spirituali, con la tavola Ouija che talvolta funge da strumento in questi riti.

Meditazione e channeling: Pratiche che mirano a mettere in contatto l’individuo con piani spirituali o mentali superiori. Mentre la tavola Ouija esternalizza l’esperienza attraverso risposte fisiche, la meditazione ci implica introspezione e stati alterati di coscienza.

In sintesi, mentre la tavola Ouija offre un accesso più immediato e non mediato al mondo dello spirito rispetto alle pratiche di spiritismo classico, presenta rischi legati all’interpretazione personale e alle conseguenze emotive. È cruciale affrontare il suo utilizzo con consapevolezza e cautela, considerando il contesto culturale e personale. In ultima analisi, se anche sopraggiunge un solo piccolo timore, incertezza, paura o indecisione, è il segnale che la pratica non deve essere attuata, che il rischio supera il beneficio, quindi non è la via operativa da intraprendere.

Marco Grosso

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